il logo - ALELIOGRAPHIC VERS.2.0

Vai ai contenuti

il logo

COSE DA SISTEMARE

Il logo è una componente fondamentale della marca, il primo contatto comunicativo tra azienda e consumatore. Il logo contribuisce a creare l’identità dell’azienda offrendo al consumatore gli strumenti per distinguerla dai suoi principali concorrenti.
Quali sono le caratteristiche fondamentali che un logo aziendale deve avere per essere parte attiva di un branding di successo?
Come dicevano i latini, Nomen omen: il destino è nel nome. Senza un nome non si può comunicare una marca, anzi il nome è il cuore della marca: all’interno dell’azienda ci possono essere grandi rivoluzioni ma cambiarne il nome significa perdere o stravolgere la propria identità. Coerenza, efficienza e immediatezza i punti fermi dai quali sviluppare una strategia di naming; globalizzazione, social e web gli aspetti da non sottovalutare.
Il logo deve raccontare una storia, la storia dell’azienda raccontata dalle storie del cliente. Investire sulla dimensione narrativa del proprio logo significa sedurre e convincere, influenzare pubblici di riferimento, espandere le conoscenze e condividere esperienze. Storie e aneddoti, secondo Susan M. Weinschenk autrice di Neuro Web Design, sono più convincenti dei dati: l’elaborazione delle informazioni è più profonda e duratura se c’è un aggancio emotivo.
Un buon graphic designer parte da bozzetti in bianco e nero, per poi dedicarsi alla colorazione.
L’uso del bianco e nero permette di concentrarsi su struttura e spazi bianchi; è meglio evitare colori troppo vivaci e anche alcuni abbinamenti (l’uso delle coppie cromatiche blu e rosso o verde e rosso, per sfondo e testo, causa stanchezza nella lettura: il fenomeno è meglio noto come cromostereopsia).
La fase del lettering, scelta del font, è molto importante: non esistono font belli o font brutti, ma solo font adatti. Per rendere un logo accattivante è sufficiente scegliere la font giusto: i caratteri devono essere di facile lettura ed è preferibile evitare l’uso di più fonts.
Il web è una immensa miniera di risorse ma bisogna fare attenzione alle licenze d’uso. Il logo, elemento chiave dell’immagine coordinata, dovrebbe essere disegnato in formato vettoriale, allineato rispetto tutte le coordinate, leggibile e identificabile in ogni situazione e formato, dal cartellone pubblicitario al gadget di piccole dimensioni.
Per concludere, il logo deve essere coerente con ciò che rappresenta, seguire senza esagerare le tendenze del momento e cercare di durare nel tempo.



Quali sono le caratteristiche fondamentali che un logo aziendale deve avere per essere parte attiva di un branding di successo?
Come dicevano i latini, Nomen omen: il destino è nel nome. Senza un nome non si può comunicare una marca, anzi il nome è il cuore della marca: all’interno dell’azienda ci possono essere grandi rivoluzioni ma cambiarne il nome significa perdere o stravolgere la propria identità. Coerenza, efficienza e immediatezza i punti fermi dai quali sviluppare una strategia di naming; globalizzazione, social e web gli aspetti da non sottovalutare.
Il logo deve raccontare una storia, la storia dell’azienda raccontata dalle storie del cliente. Investire sulla dimensione narrativa del proprio logo significa sedurre e convincere, influenzare pubblici di riferimento, espandere le conoscenze e condividere esperienze. Storie e aneddoti, secondo Susan M. Weinschenk autrice di Neuro Web Design, sono più convincenti dei dati: l’elaborazione delle informazioni è più profonda e duratura se c’è un aggancio emotivo.
Un buon graphic designer parte da bozzetti in bianco e nero, per poi dedicarsi alla colorazione.
L’uso del bianco e nero permette di concentrarsi su struttura e spazi bianchi; è meglio evitare colori troppo vivaci e anche alcuni abbinamenti (l’uso delle coppie cromatiche blu e rosso o verde e rosso, per sfondo e testo, causa stanchezza nella lettura: il fenomeno è meglio noto come cromostereopsia).
La fase del lettering, scelta del font, è molto importante: non esistono font belli o font brutti, ma solo font adatti. Per rendere un logo accattivante è sufficiente scegliere la font giusto: i caratteri devono essere di facile lettura ed è preferibile evitare l’uso di più fonts.
Il web è una immensa miniera di risorse ma bisogna fare attenzione alle licenze d’uso. Il logo, elemento chiave dell’immagine coordinata, dovrebbe essere disegnato in formato vettoriale, allineato rispetto tutte le coordinate, leggibile e identificabile in ogni situazione e formato, dal cartellone pubblicitario al gadget di piccole dimensioni.
Per concludere, il logo deve essere coerente con ciò che rappresenta, seguire senza esagerare le tendenze del momento e cercare di durare nel tempo.

Che cos’è un logo?

Logotìpo
o logo, deriva dal greco lògos (parola, discorso).
È costituito da una rappresentazione grafica di un nome o da un simbolo, atto a rappresentare un prodotto/servizio o un’azienda: in pratica è la parte leggibile e pronunciabile di un marchio.

Ogni logotipo ha un particolare lettering, cioè un carattere tipografico (font), progettato nei minimi dettagli per essere riconoscibile e distinguibile da qualsiasi altro logo.
Esistono due principali tipologie di logo che possono essere anche usate contemporaneamente nell’ambito del marchio:
logotìpo:
è appunto il segno grafico, un marchio scritto pronunciabile;
pittogramma:
è la parte simbolica di un marchio, l’emblema non leggibile che rimanda all’impresa. Il pittogramma riproduce graficamente l’oggetto rappresentato, e può essere costituito da segni astratti, che non hanno alcun richiamo alla realtà (diagramma) o iconografici, che rimandano ad oggetti, aspetti o azioni reali.




Volendo entrare ancora più nel merito, il logotìpo appartiene ai logogrammi (segni che rappresentano una parola o una nozione). Questi si distinguono in:
tipogramma: se i caratteri utilizzati nella rappresentazione sono già esistenti;

logotìpo: se invece i caratteri sono stati creati ex novo o sono ispirati ad un carattere preesistente ma modificati con un lettering originale;

monogramma: se costituiti da un unico segno o carattere, o da più caratteri ma che costituiscono una forma contratta unica;

sigla: se composti da uno o più caratteri ma senza un legame tra loro, ossia una successione di lettere distinte (es. Eni, Onu, Fiat)

> Cos’è il marchio?

Spesso confuso con la marca è in realtà una rappresentazione grafica che permette di distinguere i prodotti o servizi di un’impresa da quelli delle imprese concorrenti. La combinazione di logotìpo e pittogramma, o l’uso anche di uno solo dei due (un marchio infatti può essere costituito semplicemente da un logotìpo o da un pittogramma), generano il marchio.

Generalmente un marchio è composto da quattro elementi fondamentali: il nome, il logotìpo, i colori e il simbolo (la mela di Apple, il cavallo della Ferrari o il coccodrillo di Lacoste), a cui può essere associato anche un pay-off o tagline, ossia una frase che riassume l’universo di riferimento della marca, ne sintetizza il posizionamento, definendone la filosofia.

La principale funzione del marchio è quella di distinguere e fornire informazioni circa l’origine, l’identità, la proprietà e la qualità dell’oggetto a cui è abbinato, permettendo ai consumatori di identificare quel prodotto specifico rispetto ad altri simili.

In Italia il marchio è disciplinato dagli articoli da 7 a 28 del Codice della proprietà industriale (decreto legislativo n. 30 del 10 febbraio 2005). Si distingue il marchio di fatto dal marchio registrato che, in virtù della registrazione dinanzi all’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, gode di una protezione rafforzata, garantendo all’azienda che lo ha registrato l’uso esclusivo del marchio o del logo.

La registrazione dura dieci anni eccetto in caso di rinuncia del titolare e può essere rinnovata ogni 10 anni fino a quando lo si desidera. Il marchio “di fatto” invece è quello utilizzato ma non registrato: ha una debole protezione ed è soggetto a tutti i rischi di contraffazione o limitazione d’uso che possono derivare da una successiva registrazione altrui.


> Cos’è la marca?

La marca o brand è un nome, un simbolo o una combinazione di questi elementi, con cui i prodotti o servizi di un’azienda vengono dotati di un’identità specifica al fine di differenziarli dalla concorrenza.

Essa dunque veicola un senso e racchiude al suo interno il marchio e tutti i valori ad esso associati, che hanno lo scopo di soddisfare le necessità e le preferenze della clientela. La marca, inoltre, non si limita a identificare e differenziare il prodotto venduto, ma consente anche di aumentare il valore dell’offerta.

Riepilogando:

Il logotìpo tecnicamente indica solo l’illustrazione grafica del nome di un’azienda o di un prodotto.

Il marchio invece è un segno di identificazione e riconoscimento e rappresenta un’azienda, un prodotto o una marca, evocandone i valori, i caratteri distintivi e l’identità visiva.
Dunque, sebbene nel linguaggio comune il marchio venga fatto coincidere con il termine logo, si tratta di elementi distinti.

La marca infine comprende non solo il simbolo identificativo, ma anche tutto ciò che evoca, valori, sensazioni, emozioni, tutto ciò che la comunicazione ha creato.

Esempio: lo swoosh di Nike.
Nike è la marca (con pubblicità, comunicazione, slogan, testimonial..), il marchio è lo swoosh (quando vediamo quel simbolo lo associamo subito a Nike). Le varianti del marchio (lo swoosh bianco o nero o rosso o piccolo o più grande o la scritta Nike nei vari colori) che si utilizzano in pubblicità o sui prodotti sono il logo.

Aleliographic
Marketing e Comunicazione
Via M. Alison, 84018 Scafati [SA] - info@alelio.com
Torna ai contenuti